E poi l'onda lunga arriva, dopo quattro ore di sonno, alle 2.26 di notte, complice la sveglia per richiesta d'acqua dell'Orsina.
E la accolgo, e ci finisco in mezzo e mi abbandono a un pianto liberatorio: il sigarillo ha sciolto gli argini della diga e i sentimenti hanno potuto fluire liberi.
Non ho paura della morte.
Ho paura di tutto il dolore che porta insieme a tutti i "mai più" moltiplicati per il numero di zii e zie. E sono davvero tanti.
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