29.4.13

i giorni passati

La famiglia Orsi ha "ponteggiato" sulle montagne colorate a loro tanto care.
Il 25 aprile l'Orsina ha fatto una scorpacciata di altalena, scivoli, corse, bolle di sapone.
Il 26 aprile l'Orsina ha fatto due belle passeggiate e ha visto il suo primo torrente impetuoso (e annesso rumore), la sua prima lumacona che attraversava la pista ciclabile, e ha avuto in regalo un taglio di capelli tutto nuovo e molto estivo, a dispetto del tempo quasi invernale.
Il 27 aprile l'Orsina ha fatto spese! Pantaloncini corti e magliettine abbinate, in barba ai 6°C e alla neve che scendeva sopra i 2.000 mt.
Il 28 aprile l'Orsina ha visto il suo primo Arcobaleno. Grande. Meraviglioso. Come primo arcobaleno, non c'è che dire, una meraviglia!

La sua mamma e il suo papà si sono colmati di lei: delle sue risate, delle sue urla, dei suoi capricci, dei suoi pianti, della sua fame, della sua golosità, del suo essere un'Orsina di 21 mesi.

Giorni intensi e meravigliosamente pieni di vita.

2.4.13

Pensieri

E’ un po’ che ci penso e non riesco a dare una forma concreta alle mie parole.


Mi sveglio da lunedì a venerdì alle 05.50, mi preparo, sveglio un’Orsetta alle 06.30 e con l’aiuto di un fantastico marito la preparo, poi facciamo colazione e usciamo di casa alle 07.20 – 07.30 in direzione del nido. Alle 18.00 esco dal lavoro e vado a recuperare la bimba dai suoceri (al 99%, se no dai miei) che sono andati a recuperarla al nido entro le 17.30 (ma spesso e volentieri vanno anche prima) e se la sono spupazzata/gestita/sopportata per un’ora circa. Torno a casa per le 19.00 circa, preparo la cena a volte per tutti e 3, a volte 3 pasti divisi, e crollo addormentata verso le 21.30.

Ho una vita di corsa, che ogni tanto mi pesa.
Eppure sono fortunata.

Ho un lavoro a tempo pieno e le mie mansioni non sono modificate dopo la maternità, e con i tempi che corrono è già una grazia questo.

Ho la possibilità di uscire dal lavoro e chiudere a chiave dietro la porta dell’ufficio tutti i problemi: posso non portarmeli a casa e ho ben imparato a farlo.

Posso permettermi di pensare a cosa cucinare nel w-end durante le pause caffè e scambiarmi le ricette con la titolare.

Certo è richiesto un discreto impegno nelle 8 ore, ma ho scelto e potuto scegliere di limitarmi a quello.

Recentemente, parlando con Apina di mammitudine, mi sono trovata a pensare che sì, il tempo che passo con mia figlia è poco e che i momenti intensi e bellissimi sono ancora meno, ma non trovo giusto per quanto mi riguarda dare la “colpa” al lavoro: se sono io a non aver chiuso bene la porta dell’ufficio e ho lasciato che il malumore influenzasse la mia pigrottitudine, la mia orsaggine è colpa mia, almeno in parte.

Ma, ribadisco, io pretendo molto da me stessa, forse troppo e comunque il mio lavoro mi consente di pensarla così, dopo quasi 10 anni.

Poi mi trovo a pensare che forse, se fossi a casa tutto il giorno, non riuscirei a vivere bene tutti quei momenti che adesso mi sembrano “magnifici” perché sarebbero la normalità e non è così comune\normale\semplice stupirsi della normalità quando diventa il quotidiano ripetersi di gesti e di azioni.

Dico: io adoro andare a fare la spesa di corsa alle 19.10 con l’Orsina! Anche se mi fa impazzire e vuole sempre il cioccolato, è un modo pieno di complicità di concludere la nostra giornata fuori prima di tornare a casa.

Sarebbe lo stesso se potessi farlo in qualsiasi momento?

Che confusione.

Poi penso a chi non può avere neanche questo.

A chi viene chiesto di non usufruire della maternità.
A chi viene chiesto di tornare a lavorare dopo 2 settimane dal parto.
A chi, è inutile dire che non è vero, deve scegliere tra carriera e figli e se sceglie la carriera con figli li vedrà ancora meno di quanto io vedo la mia Orsetta.

Io ho scelto molto tempo fa e non è stata una rinuncia, ma una scelta ponderata e voluta dal profondo del cuore.

Trovo così profondamente doloroso però che una donna al giorno d’oggi debba per forza sedersi a tavolino con la propria coscienza, con il proprio stipendio e conto in banca, con la disponibilità di genitori e suoceri prima di potersi sedere a tavolino con il proprio marito/compagno per pensare di cercare un figlio che cresceranno comunque altri.

Pensieri nebulosi di inizio aprile