25.9.08

male

Avresti potuto scivolare lentamente fuori dalla nostra vita.
In punta di piedi, diminuendo poco a poco la dose.
Invece hai scelto il distacco completo e lo hai scelto da tutti.

Mi sono sentita sola come in un lutto.

Sentirsi dire che questi otto anni di amicizia, forse, sarebbe stato meglio non ci fosero stati, con tutte le esperienze, le gite, le cavolate fatte insieme... e oltre a me, con tutti "gli altri", è stato come venire pugnalati.

Come il rumore che fa un lenzuolo che viene strappato per farne stracci.
E io ero il lenzuolo.
E gli stracci li hai usati per farne molotov per incendiare e cancellare sia il bello che il brutto di questo tempo.

E la cosa peggiore
è che non hai saputo dirmi perchè; non hai saputo addurre motivazioni.
Non ti abbiamo fatto niente, non ti abbiamo delusi.
Semplicemente
eri stanco di tutti noi e volevi vivere diversamente la tua vita.

E non riesco a fare a meno di pensare che mi hai mentito.
Perchè quando ti ho chiesto di fare il testimone, sapevi cosa significava per me.
E dal giorno dopo il matrimonio sei scomparso.
Da tutti.

Ma in realtà, questa cosa la covavi dentro da chissà quanto...

Speravo che la nostra amicizia ne fosse immune.

18.9.08

E' stato il blogcompleanno, e l'ho lasciato scorrere ma sono felice di questi anni di blog.

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Eterea e mutabile come il vento, oggi non resisto a me stessa.
Assonnata e desiderosa di riposo, penso all'amore che vorrei
e sorrido pensando che questa sera tornerà a casa da me.

12.9.08

sto invecchiando [ricordo i tuoi occhi e il tuo cuore. e basta]

Nella mia pausa pranzo solitaria, ho ripreso in mano le vecchie foto, che prima o poi dovrei decidermi a catalogare ed archiviare.

Oggi mi sono capitate in mano quelle della gita scolastica in Francia con i loro ricordi e le varie pagine scritte pieni di "se", "ma", "forse" e con una foto dietro la quale ho scritto una dei miei più bei scritti, uno dei pochi che mi permetto di chiamare poesia.

Ricordo l'ora in cui l'ho scritta,
le quattro e mezza del mattino
il luogo solitario in cui mi trovavo,
camera d'albergo in Camargue
i sentimenti che mi avevano spinto a scriverla
una tremenda sbandata per un ragazzo

davanti, naturalmente, foto di questo ragazzo con i capelli rossi, gli occhi verdi, lo sguardo malizioso pieno dei suoi "se", "ma" e "forse".

Ricordo con precisione tutte queste cose e anche il fatto che di lui, un pò, c'eravamo invaghite tutte e che lui dopo la gita, si era messo con la mia compagna di banco, con la quale è stato per parecchi mesi.

Solo che...
ecco..........
Qualcuno,
per favore,
mi può ricordare
come diavolo si chiamava?!

10.9.08

the end of the world as we know it (and I feel fine)

Al di là di tutto, tra poco più di mezz'ora faranno il simpatico esperimento al Cern. Per la prima volta, questa mattina sono riuscita a sentire l'ora esatta e da quel momento, prima la cover di Ligabue e poi l'originale dei R.E.M. non mi hanno lasciata in pace.

Mi separano 4 ore di macchina. Praticamente se succede qualcosa di sbagliato, posso già fare ciaociao con la manina. Ma come del resto, se dovesse succedere qualsiasi cosa a una delle varie centrali nucleari poste ai confini italiani, ma nel territorio degli altri stati.

Domani è l'11 settembre, e per la prima volta dopo 7 anni, i giornali parlano d'altro e non assillano con interviste, memoriali, ricordi. Già, "se va male" dicono, "non ci sarà neppure un 11 settembre".

Ma così si è eccessivamente catastrofisti.

Forse.

"Cosa faresti se sapessi esattamente quando il mondo finirà?"
"Semplicemente continuerei a fare quello che stavo facendo"
Non è mia, ma non ricordo esattamente chi l'ha detta.

Ma l'accolgo a pieno.
E in questa giornata fosca e freddolina, torno alla mia contabilità.

A domani
o ad un'altra vita.

3.9.08

guardando al cielo nero e alla pioggia

Piove
forte e di traverso.
Sono costretta a chiudere la finestra e ad aprirla a basculante.
Le gocce di pioggia scagliate con violenza dal cielo impattano sul marmo della soglia e rimbalzano contro il vetro restandovi appiccicate come lo slimer.
Ora posso vedere solo il cielonero e sentire lontani tuoni mezzi sopiti.

Vorrei essere acciambellata sul letto sotto la coperta rossa estiva e vorrei sentire il tuo respiro lento della fase di sonno.

Vorrei lasciarmi cullare da questa nenia ritmata, come se non avessi niente da fare, come se non ci fossero sveglie a cui ubbidire, montagne di cose da stirare, lavatrici di abiti da stendere.

Vorrei avvicinarmi a te ora che la pioggia si è fatta più serrata e ancora più scagliata dal cielo, anche se so bene che ti sveglierei. Ma dopo una frazione di secondo di smarrimento, mi accoglieresti nel tuo abbraccio e il tuo respiro tornerebbe a poco a poco più lento e nella nenia del tutto, mi assopirei di nuovo anche io.

Meravigliosa culla umana per i miei sogni.