30.12.08

Sto cercando di fuggire.
Ogni volta che sento parlare degli attacchi israeliani cerco di non sentire, di distogliere lo sguardo.
Non voglio sentire, non voglio pensare, perchè adesso che ho avuto esperienza (seppur in minima parte) di quelle terre, non ho il coraggio di pensarle ancora più martoriate di quanto già non siano.
Non voglio pensare ai soldati e alle soldatesse israeliane, più piccoli di età di me, che ridevano e scherzavano tra loro o indicando i nostri strambi abbigliamenti o fermi, alla fermata del bus per tornare a casa.
Non voglio pensare ai loro occhi.
Agli occhi di un padre ebreo osservante, alto, magro, con il cappello e i boccoli ai lati del volto, che si sono sciolti all'arrivo in corsa della figlia di quattro anni.
Agli occhi delle donne arabe, bellissime, molto più belle di molte di noi, che senza paura si aggiravano nel suk.
Agli occhi di ammonimento degli uomini arabi, che giustamente non apprezzavano il chiasso che facevamo sulla spianata delle moschee.

Non voglio pensare a Betlemme martoriata, semidistruta e piena di ferite,
all'aeroporto di Tel Aviv, dove ti sentivi gli occhi puntati addosso e nessuno di fisicamente presente ti stava oservando (o forse erano nascosti dietro i vetri).

Non ci voglio pensare, perchè mi verrebebro frasi fatte circa la stupidità umana e non sarebbe utile a nessuno.

Non ci voglio pensare, perchè gli echi degli spari in Israele, rimbombano in Congo, in Afganistan, altrove, anche nelle nostre città, dove ogni litigio può trasformarsi in rissa e in una piccola guerra personale da portare avanti ad ogni costo.

Il sole è sorto come una grossa arancia rossa, ancora una volta, come da secoli, sul bene e sul male.

E su tutto quello che sta nel mezzo.

Penultimo giorno del 2008

29.12.08

Il primo Natale in casa Orsi è passato.
Bene.
Bello.
Colorato d'oro, arancione e sorrisi.

Ma l'Orsa non vede l'ora della neve.

Ancora qualche giorno d'attesa

11.12.08

Piove

Cerco di sciogliermi come neve al sole.
Ma di sole non v'è ombra,
C'è solo tanta pioggia.

Allora mi sciolgo come neve sotto la pioggia,
ma non è la stessa cosa!

Se prima,
avrei goduto di una sana e liberatoria evaporazione,
Adesso,
ristagno in una me stessa annacquata,
pozzanghera che avrà un lento riassorbirsi
su un terreno che non mi assorbe.

10.12.08

neeeeve

Trenta minuti per venire al lavoro.
Per fare sei chilometri.

Però, se nel delirio del traffico, mi fermo a guardare i campi e gli alberi, non riesco a non pensare che è davvero tanto bella.

Oggi ha nevicato davvero

4.12.08

Fuori dalla finestra...

Vedo le mie Grigne innevate baciate dal sole al tramonto.

Vorrei essere altrove rispetto a dove sono, ma almeno ho questa vista magnifica.

Voglia di the, biscottini e camino acceso.

3.12.08

i am a rock, i am an island. and a rock feels no pain; and an island never cries.

Di botto festeggiare il Natale ha perso completamente senso.

Lasciamo perdere per favore i vari significati religiosi e il vero significato di "festeggiare il Natale" grazie.

Il primo Natale da sposata lo immaginavo con mio marito, i miei, mio fratello e i suoceri. Tutti sotto uno stesso tetto: il nostro.

Immaginavo la nostra casina bella ancora più con colori caldi e accoglienti di quanto non lo sia già, con l'albero e le decorazioni e tanti orsi con il cappellino rosso a pon pon.

Il sapere che una cosa tanto desiderata non potrà realizzarsi mi ha smontata: quindici pezzi d'OrsaLè sparsi ovunque. Non mi viene più da pensare a niente.

So che non è giusto nei confronti del mio Orso, che si merita un Natale colorato e felice e spero di riassorbire questa cosa il più in fretta possibile.

Mi frullano in testa le parole di questa canzone mai sentita e di cui ho letto solo il testo che fa proprio per me, ora:

i am a rock,
i am an island.
and a rock feels no pain;
and an island never cries.