Ieri sono andata a una sagra regionale.
Tanti prodotti tipici di ogni regione e tante bancarelle
e
ho visto un quadro.
Ho pensato che quel quadro sarebbe stato bene nel tuo ufficio ma non era un'opera fantasy.
Era un paesaggio.
Un signore che fa il cielo con l'acquerello e il resto dei soggetti, quasi sempre case o covoni sono fatti con le foglie e gli alberi le loro chiome sono fatte con fiori bellissimi ma non c'era il prezzzo e l'uomo della bancarella era stanco e infreddolito per dare ascolto a due "ragazzini" che commentavano con attenzione ogni suo quadro
Poi ho bevuto la vodka alla prugna con salsiccia della rep. ceca
olive pugliesi
pane sardo
mirto
vino siciliano
marchigiano
veneto
sardo
ligure
…
più bevuta forse che mangiata.
Ma mentre in un dopo un po’ distante coccolavo la pelliccia di un orso semiaddormentato dalle sue labbra è uscita questa richiesta
"Raccontami qualcosa"
"raccontami qualcosa di te... qualcosa che mi vuoi dire"
e se all'inizio ho sentito una fitta al cuore con una domanda: “Come? Cosa vuol sapere che non sa già?”
Poi l'ho sentito come una richiesta di un cucciolo bisognoso di sentire la mia voce e di sentire le mie mani che accarezzavano il suo musino
i suoi capelli
la sua schiena...
il bisogno di avere certezze e concretezza...
il bisogno di riconoscermi non solo per il profumo
o per le fattezze,
o per il sapore...
Ma il bisogno di riconoscermi
con gli occhi del cuore...
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