8.6.09

senza parole

Cerco le parole da dirti quando ti vedrò stasera e non ne trovo.
Forse per questo ti sto scrivendo.
Perché qualsiasi parola ti potessi dire sarebbe inutile e fuori luogo e ho la presunzione che invece, scritta, assuma un significato meno banale.

Ho acceso il telefono alle 07:30 questa mattina e sono rimasta impietrita davanti alla cassettiera della camera matrimoniale.

Posso solo immaginare il tuo dolore, il tuo senso di assenza, di perdita; e se penso al male che fa a me pensarti così, immagino anche la voglia di urlare che ti si blocca dentro.

Fuori piove e fa freddo, giugno balzano.

Penso a quando ci siamo conosciute a Monza, mi sembra passata un’eternità; penso a quanta vita è passata tra di noi, prima di ritrovarci qualche mese fa e penso che le cose non succedono a caso.

Se fumassi credo sarebbe il momento di accendere una sigaretta.

Guardo il grano mosso dal vento come onde del mare e tormentato dalla pioggia e mi sento come se fossi una di quelle spighe, come se lo fossimo tutti: nasciamo, cresciamo, siamo soggetti al caldo tepore del sole, all’arsura, al vento caldo e a quello gelido, ci muoviamo insieme, alzando e abbassando il capo, oppure possiamo scegliere di farlo da soli e nessuno di noi potrà venire meno alla falce prima o poi.

Forse è una cosa che può sembrare triste, perché ci si chiede quale è allora il senso allora di questa vita infondo uguale per tutti; ma il senso c’è. Tuo padre, tua madre, hanno dato la vita a te e a tuo fratello. Si sono amati incredibilmente tra di loro, hanno amato voi e hanno sicuramente fatto del bene ad amici, parenti, e magari anche ad estranei, fosse anche solamente il “tenere la porta aperta” per qualcuno che era dietro di loro ad un ingresso. Nella sua vita tuo padre è sicuramente più volte “morto per dare frutto”, rinunciando, scegliendo, mettendo il bene degli altri prima del suo, anche il tuo bene. E questo amore che ti ha plasmata forse inconsapevolmente, e in parte ti ha resa quello che sei diventata: une bellissima persona, forte (anche se adesso ti sembrerà di no), che ha voglia di vivere, sognare e amare.

Tuo padre è in te.
E ci resterà per sempre, cicatrice indelebile da cancellare e che farà male anche a distanza di anni. E quello che puoi fare adesso per lui, è vivere. Vivere tutti i mondi, i sapori, i profumi che non potrà vedere se non attraverso di te; vivere cercando di tornare a sorridere, ad amare, ad avere speranza.

Anche se adesso queste parole ti sembreranno inutili.
Anche se queste parole senz’altro non risolvono niente.

Anche se non so se avrò il coraggio di dartele, perché mi sembrano stupide.
Anche se vorrei fare di più che dirti quattro frasi e darti un abbraccio…

Ci sono.
Quando vuoi.

2 commenti:

arry ha detto...

sigh

Anonimo ha detto...

già....

OrsaLè