Cinque luglio duemilaeotto
Ore 05:00: mi sveglio. La sveglia in automatico, così presto, non preannuncia nulla di buono. Mi alzo, la casa è assopita in un sonno pesante, le finestre aperte mi consentono di vedere i primi chiarori dell’alba. Decido di scendere in giardino, cercando di fare meno rumore possibile: gli uccellini dormono ancora, le piante sono ricoperte dalla rugiada, le rose sembrano soffici batuffoli e i girasoli cominciano a stiracchiarsi. Le viti mi salutano con i loro tralci e le ginestre richiedono la mia attenzione: una lacrimuccia mi scappa, è l’ultima volta che avrò un risveglio così.
Torno in casa e… la “sorpresa”: i “problemimensilididonna” hanno avuto la simpatica idea di arrivare proprio in quel momento. Il primo pensiero è “oggimisposoporcamiseriacomefaccio!!”, il secondo è “cribbio,menomalechemierogiàmessal’animoinpace!” e il terzo “ahio…devosdraiarmi..”.
Striscio quindi fino al mio giaciglio ricadendo rumorosamente in un sonno senza sogni ne pensieri.
Ore 07:00: mi alzo per la seconda volta e striscio in cucina per farmi una camomilla: mio padre, mia madre e mio fratello si sono già alzati da un po’ e sistemano le ultime cose, mentre io mollemente mi infilo nuovamente a letto sorseggiando dalla tazza una camomilla amarissima, fino a quando, mossa dai discorsi e dal tempo che stringe, decido di alzarmi e farmi la doccia. Mi lavo, mi incremo, mi preparo e sono pronta per essere portata dalla parrucchiera! Trucco la mia mamma e poi parto.
Ore 08:00: sono dalla parrucchiera, che è in ritardo e per ingannare l’attesa e la tensione messaggio con Claire, che aspetta anche lei di sposarsi, ma nel pomeriggio!
Ore 08:20: con 20 interminabili minuti di ritardo, la parrucchiera arriva e comincia l’opera di “restauro”! Prima con la piastra mi fa i boccoli, poi sistema i capelli e infine mi trucca. Nel frattempo è arrivata la mia amica Elena che ha il compito di aiutarmi a vestirmi e prima ancora di portarmi a casa!!
Ore 09:30: con uno spaventoso ritardo (i venti minuti di cui sopra), sgommiamo a casa e mentre Elena parcheggia, io mi fiondo su per le scale. Orso mi ha mandato un bellissimo mazzo di rose rosse con un biglietto tenerissimo, ma il tempo stringe e scusandomi con il fotografo e salutando di striscio i miei testimoni, scappo in camera a vestirmi: collant, body, scarpe, orecchini, punto luce e… ma!! Il boquet!! E’ arrivato il boquet e non è come lo volevo!!! Ma santo cielo, tutte a me capitano oggi?? I fiori sono giusti, ma io volevo un boquet cascante e mi ritrovo con un boquet rotondo?? Parte una serie infinita di insulti, sotto gli occhi allibiti di mamma, Elena e Sara. Respiro profondamente ingoiando un po’ di rabbia e dico “non c’è tempo, via, il vestito!” e indosso l’abito, che si può infilare solo di testa… attenta qui, tira di la…occhio occhio! Altro disastro… Si è macchiato il vestito con il trucco! Proviamo a toglierlo a secco, proviamo a toglierlo con l’acqua…niente da fare: ho una patacca sulla gonna, anche se non si vede poi molto… Penso a mille cose, ma l’arrabbiatura almeno mi consente di non piangere. Mi concentro: lancio una sequela di insulti e sono pronta per dire abbastanza serenamente “Fa niente. Va bene così. Va bene tutto così. Oggi mi sposo e questi sono unicamente dettagli”. Respiro profondo, sono pronta per uscire dalla camera con il mio abito da sposa, il lungo velo e il boquet.
1 commento:
mi piacerebbe vedere l'orza che lancia sequele di insulti! mi sembra sempre così zen...
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