Faccio pensieri profondi mentre guido.
Se il cervello non è in pappa, e ho dormito abbastanza, l'uscita mattutina nella Brianza fredda e umidiccia di nebbia, basta a risvegliare le sinapsi e la voceinteriore. In certi attimi mi sento come se fossi in uno di quei telefilm in cui la voce del protagonista racconta in sottofondo pensieri e parole di un particolare nodo dell'intreccio.
Poi scoppio a ridere e azzero il cervello, concentrata su rotonde, traffico e qualche simpatico geniodelmale che non mette le frecce.
Quanto sto cambiando in questi mesi neppure so bene dirlo. Ma percepisco il cambiamento, misto a un fastidio non ben definito, dovuto al fatto di "non essere ancora" e allo stesso tempo "non essere più"; un disagio che non mi fa sentire "nel mio posto" in mezzo a un sabato sera come mille altri. Come se avessi cambiato forma e non entrassi più nella scatola in cui le statuine vengono riposte "in ordine", perchè ogni statuina ha il suo posto con la sua forma.
Sono fuori dall'ordine abituale delle cose, in una sorta di limbo non ben definito, in cui effettivamente potrei fare di tutto, ma nel quale non mi ci riconosco ne trovo.
E' come se fossi in una pallina di quelle con la neve e tutto fosse scombinato.
Riequilibrio.
Decantazione lenta.
1 commento:
palline con la neve...
come quelle con dentro città alta a bergamo: che le giri e prepari la neve, quando le raddrizzi poi scende il fango...
scherSi a parte, a volte fa bene essere un po' fuori dagli schemi, dopotutto senza cambiamenti non si cresce mai... ci si fossilizza e poi ti trovano tra 2000 anni a carate brianza come raro esemplare pterodattilografa...
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