Seduta sullo scoglio di sempre, lontano dal cuore che amava, nella mente due occhi senza nome, come il suo passato. Voleva ricordarlo così, impreciso e saltuario, senza quella rigidità di vedute che l’aveva contraddistinta da sempre. La sigaretta lasciava in bocca il sentore di una pace a termine, mentre il mondo ruotava vorticosamente su se stesso in un’incessante alternanza di giorni-mesi-stagioni. Sapeva perfettamente che a quest’ora lui sarebbe entrato in casa e non l’avrebbe trovata e avrebbe capito.
Si inerpicò per altri scogli, giocando a mantenersi instabile in equilibrio precario, quasi volesse gettarsi nel mare ma non lo volesse poi davvero, facendo finta di trattenersi ma ben puntando al contempo i piedi tra granchi e conchiglie.
La risacca inneggiava alla notte imminente, mentre il vento baciava le sue ferite.
3 commenti:
il tuo sfondo
mi inquieta e mi affascina
è una foto su tela?
che è?
Guarda, l'ha scelta un mio amico che io di "taverne" mica ne trovavo... presumibilmente si rifà alla corrente che va di moda adesso (della quale non conosco il nome ma ne ho visti parecchi esemplari) di riprodurre quadri particolareggiati e realistici come se fossero foto ma fatte da soggetto reale e non da fotografia.
(il commento precedente è stato eliminato per incomparabile errore ortografico... mannaggia a me se rileggo mai prima di postare....)
Posta un commento