14.3.06

essenza

Guardo distrattamente i bicchieri sporchi sopra il tavolo della cucina.

In sottofondo nuvole di parole senza senso dallo scatolone-compagnia pieno di burattini e pupazzi.

A volte mi capita di scivolare lungo il pendio come la goccia di vino rosso che inesorabile punta alla tovaglia pulita lanciandosi in una folle corsa lungo il collo della bottiglia, lungo le sue spalle, lungo il suo ventre e fino ai suoi piedi ecco. Scivolata e dispersa nel tessuto bianco. Assorbita e resa parte integrante di un “uno più grande”, estrapolata, straziata, amata e dissolta.
Scomparsa.
Non rinata.
Chissà che sensazione sta provando.

Le fronde tagliano il vento e ballano al ritmo del suono dei sonagli che ho nella testa.

E’ quell’attimo infinitamente teso, verso l’attimo stesso che sta vivendo.

Da qualche parte un fiore sta sbocciando.
E io ammutolisco di fronte all’essenza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao poetessa

Anonimo ha detto...

Ero io, prima. Giorgi