Oggi è la festa della donna, ma per me resta “l’anniversario
del primo giorno che mi hanno fatto una fotografia del tuo musino, bimba mia,
dentro il mio pancione”.
Per la prima volta da quando ho compiuto 18 anni non uscirò
a “festeggiare”, anche se non siamo mai uscite proprio l’8.
Penso a te, bimba mia, donna che sarai: che donna sarai? Che
donne ci saranno attorno a te?
Lavoro in una officina meccanica, sono da due anni l’unica
donna.
Ma qui se lo dimenticano.
Ma questa cosa del dimenticarsi che sono donna anche se a volte è davvero pesante, un po’ mi
fa sorridere, perché con la perdita dell’identificazione del “genere” si perdono anche le discriminazioni. E i
privilegi. Ma mica si può avere tutto! (o no?)
Discriminazioni che ho provato sulla mia pelle come tutte le
donne, a volte generate dalle donne stesse ed è questo che fa più male!
Che donna sarai? Cerca di essere una che non discrimina.
Cerca di attorniarti di anime belle: ci sono, fidati, in
mezzo alla massa giudicante! Cercale! Sono tesori preziosi, fari dentro i dubbi
del nostro sesso.
Fai tuo il “panta rei” che ti insegno da quando sei nata (al
di là del successo del momento): tutto scorre, e tutto si lava via; ogni
parola, ogni torto, ogni persona che non sa amarti, lasciali andare non trattenerli.
Anche se fanno male.
Ma l’acqua salata del mare cura le ferite e le purifica.
Ti lascio con le parole di Pasolini “Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi,
invece”.
Splendi sempre, quando c’è il sole e quando c’è la tempesta:
sii una donna dal cuore di acciaio e dall’animo buono che si commuove per un
fiore che nasce.
Ti voglio bene, la tua mamma
OrsaLè
8 Marzo 2017
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