7.2.14

ultima lezione

E così è andata anche l'ultima lezione.
E' stata bella, divertente, interessante e abbiamo sforato di 1 ora rispetto al programma.
Ho realizzato uno dei sogni che sedimentavano nel fondo dell'anima, molto propensi a restare là: imparare a temperare il cioccolato. Diciamola meglio và: imparare la teoria e visualizzare la pratica corretta che porta a temperare il cioccolato.La voglia di provare, ora, è infinita.
Ho scoperto un dolce che ho sempre snobbato: i Macarons. E, come dire, UAU. (e pure questi sto seriamente meditando di farli).

Ho finito il corso capendo che la pasticceria, come del resto la cucina, come del resto la vita,  è una pratica rigida e Zen allo stesso tempo scandita da tempi corretti, azioni e attese. e "l'Amore" che si può  mettere nei piatti / dolci che si preparano è proprio il rispetto di queste 3 cose. L'Amore verso se stessi, è fatto dal rispetto di queste 3 cose e senza queste 3 cose anche Amare gli altri diventa un groviglio destinato solamente ad attorcigliarsi su se stesso in preda alla fretta di rincorrere azioni e all'accorciare attese.

C'è un libro che amo molto, è il piccolo Principe. In uno dei capitoli, il piccolo Principe incontra un venditore di pillole che calmano la sete per una settimana: le vendeva perché così la gente poteva risparmiare 53 minuti a settimana

"E che cosa se ne fa di questi cinquantatré minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole.. ."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana…"

da brava Brianzola, la digestione di questa frase non è mai stata completata.
Ma prima taiji, poi la nascita della Polletta e infine questo corso, mi hanno portato a "farla mia".

Davvero, io non pensavo, non credevo, che un corso di pasticceria potesse darmi altro oltre alle indicazioni tecniche e pratiche di esecuzione delle ricette: ho ricevuto in cambio la chiave per scegliere ogni giorno, almeno un pochino, di varcare la soglia del cambiamento.

E, che dire: UAU.

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