5.11.08

pensieri

Per un singolare gioco di luci e riflessi, accendendo i quattro faretti in stile moderno, posti come acrobati o spade di Damocle su paralleli cavi d’acciaio sopra il fax, compaiono sul muro due gabbiani stilizzati, come quelli che si usava fare da bambini: due semisfere consecutive a rappresentarne le ali.

In questa giornata di corsa, mentre invio manualmente un fax mi perdo a guardare quel disegno azzurrato: i vetri dei faretti, scopro dopo mesi, sono in realtà azzurri pur dando una calda luce gialla.

Sembra di sentire il lontananza il rumore della risacca, che porta alla luce altri sapori, altri ricordi.

Mi guardo intorno e sento l’aria pesante e non sono le finestre chiuse: per come è cambiato questo posto in questi anni, non basterebbe lasciare aerare il locale per una settimana.

Per togliere la cenere di malignità, i pensieri cattivi, gli odi inespressi, dalle pareti, dalle piastrelle, non basterebbe un nuovo colore di vernice, ne una fornitura di ammoniaca per un anno.

Mi sono persa l’attimo in cui è cominciata questa parabola discendente.

Eppure ero qui.

Ma forse non capivo, ed ero ancora persa a guardare altri gabbiani.

4 commenti:

arry ha detto...

in genere negli uffici si guardano i paduli (o ci si guarda dai paduli) e non i gabbiani, ma magari da te è diverso..

Anonimo ha detto...

ummh... non ti picchio perchè non mi ricordo cosa sono i paduli.... domani mi rispieghi ; )


OrsALè

arry ha detto...

ti rimando a una fonte attendibile:

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Padulo

Anonimo ha detto...

mhuauhahuauhauhuhauhauha!!!
Allora forse ero persa anche a difendermi dai paduli!! ;))

Have a good day arry! :D

ORsALè