E' comparso ieri.
Saltellando, nel prato, e spingendosi poi, tutt'altro che pauroso, vicino alla finestra del soggiorno.
Questa mattina l'ho salutato, aprendo la persiana, mentre stava facendo colazione con delle golose bacche rosse.
A mezzogiorno è venuto a tenermi compagnia alla finestra della cucina mentre cucinavo.
Ecco, mi ha rapito il cuore.
Puccettino.
M'è venuto da chiamarlo così,
è un pettirosso di quelli che non vedevo da anni, che mi riportano indietro ai tempi della mia fanciullezza, quando mio padre vangava nell'orto e per tutto il tempo un pettirosso aspettava paziente di trovare tra le zolle di terra un succoso vermiciattolo. Quante volte avrei voluto avvicinarlo! Mai, mai, mai stato possibile. Gli facevo paura.
In questi giorni di febbre da cavallo che ha colpito tutta la famiglia Orsi, Puccettino è un simpatico intermezzo tra un aerosol e una tachipirina.
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Mesi di silenzio.
Mesi pesanti duri e dei quali faccio fatica a parlare.
Ma si riparte, si ricomincia, si va.
1 commento:
evviva puccettino che ti alleggerisce il peso di queti mesi bui
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