Ho tante cose da scrivere, tante da dire di questo Agosto scivolato via in una bolla temporale a-dimensionale, ma una su tutte ha l'urgenza di uscire.
Questo Agosto così particolare è stato costellato di notizie riguardanti persone che hanno perso la vita in montagna: chi mentre andava per funghi, chi mentre usciva in escursione.
Specialmente degli ultimi 2 casi che ho sentito, morti durante un'escursione, ho sentito ribollire dentro un po' di rabbia e un po' di dolore.
L'amore per la montagna per me nasce da piccola, da mio padre e prosegue con l'oratorio e tutte le interminabili gite a cui mi sono "sottoposta" per anni. Non sono tesserata Cai, non amo i tesseramenti per alcun motivo, ma quello che mi è stato insegnato negli anni è questo: avere rispetto per la montagna, per la natura e questo comporta anche sacrifici e rinunce.
Partire senza attrezzatura adeguata, fidandosi di quel che dice internet, rifiutando i consigli dei gestori di un rifugio e perdere la vita, permettetemi di dire che è da sciocchi.
Rifiutarsi di rinunciare a una meta in condizioni di tempo avverse e perdere la vita, anche questo è da sciocchi.
Sono circondata da persone che credono che la vita sia bella e da vivere a pieno, ogni giorno al meglio, e sono persone che hanno problemi di salute o altro e il fuoco nei loro occhi è vivo e vitale e quella vita lì, potrebbero vedersela portare via in un lampo, eppure credono e vivono, vivono a volume più alto possibile... e sentire queste notizie di morti così...mi fa cadere le braccia... Perché se ci si fermasse ad ascoltare il rumore del vento e tutto quello che la natura ha da dire, se si usasse un po' di sano buonsenso, forse, queste cose non succederebbero e non dovrebbero rischiare la vita altre persone per portare a casa un corpo su cui piangere.
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