17.6.12

C'era un gioco che si faceva all'oratorio e si chiamava "sacco pieno".
Sicuramente è noto ai più: un "direttore" del gioco chiamava "sacco vuoto!" e ci si accovacciava; "sacco pieno!" e si tornava in piedi. "Sacco mezzo!" e si restava interdetti a ginocchia piegate. Ovviamente era un gioco ad esclusione e vinceva l'ultimo rimasto.

Sono settimane che mi sento esattamente così, piena - vuota - mezza in una alternanza continua.

Gli esami del sangue sono finalmente rientrati tutti, ma la diagnosi prosegue su un altro ambito che non so dove mi porterà.

Piena - vuota - mezza. Così, all'improvviso e inaspettatamente, niente punti fissi se non i passetti traballanti della mia bimba.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E io credo che sia proprio da questo primo punto fermo che piano piano "riappuntellerai" la tua vita. Ti penso.

ziacris1 ha detto...

io lo conosco come "piripicchio" piripacchio" r lo faccio con la Tata...sù e giù con le dita, altalenando come la vita

widepeak ha detto...

quella tenerina ti farà da guida, vedrai!

Anonimo ha detto...

OrsaLè cara, quando passi da me, (sempre di frodo, ovviamente :)) vedrai che c'è un premio per te! Bacio