C'era un gioco che si faceva all'oratorio e si chiamava "sacco pieno".
Sicuramente è noto ai più: un "direttore" del gioco chiamava "sacco vuoto!" e ci si accovacciava; "sacco pieno!" e si tornava in piedi. "Sacco mezzo!" e si restava interdetti a ginocchia piegate. Ovviamente era un gioco ad esclusione e vinceva l'ultimo rimasto.
Sono settimane che mi sento esattamente così, piena - vuota - mezza in una alternanza continua.
Gli esami del sangue sono finalmente rientrati tutti, ma la diagnosi prosegue su un altro ambito che non so dove mi porterà.
Piena - vuota - mezza. Così, all'improvviso e inaspettatamente, niente punti fissi se non i passetti traballanti della mia bimba.
4 commenti:
E io credo che sia proprio da questo primo punto fermo che piano piano "riappuntellerai" la tua vita. Ti penso.
io lo conosco come "piripicchio" piripacchio" r lo faccio con la Tata...sù e giù con le dita, altalenando come la vita
quella tenerina ti farà da guida, vedrai!
OrsaLè cara, quando passi da me, (sempre di frodo, ovviamente :)) vedrai che c'è un premio per te! Bacio
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