28.2.12

Chop Suey

La prima volta che ho sentito questa canzone è stato quasi 10 anni fa e la rabbia mi navigava dentro ancora libera si fare come pirati nei mari pieni di galeoni: disastri.

C'è un momento e un luogo preciso che ricordo, ma non riesco a focalizzare esattamente nel tempo: eravamo andati a sentir suonare amici di amici (forse addirittura "di amici") che facevano un pò questo genere; era tipo venerdì sera e la settimana lavorativa era stata un devasto, il locale faceva schifo, la birra era annacquata, io volevo solo andare a casa. Poi hanno cominciato a suonare cose "così così" e improvvisamente parte questa canzone: sono scattata in piedi e ho cominciato a muovermi e poi a cantare e poi a urlare e a far uscire tutto, tutto davvero. In mezzo alla massa che pogava, che si muoveva all'unisono, che urlava, anche io ero una parte del tutto.

Alla fine avevo un senso di liberazione, leggerezza e benessere euforico che era anche un pochino inquietante.

Non ho più cantato questa canzone, e sono passati almeno 4 anni: ecco, adesso vorrei poterla urlare ancora, ma temo che la mia Orsetta si spaventerebbe.

E' da giorni che volevo scrivere un post sulla mammità, sulla difficoltà di non potersi permettere di stare a letto ammalate, sul fatto che è quasi una settimana che mi trascino gastroenterite trasformatasi in febbricola malefica, trasformatasi in tosse fastidiosa e febbre che sale e scende a suo piacimento, trasformatasi in mezza cistite. Ecco.

Volevo scrivere della fatica di smettere di allattare, del dolore egoistico che ho provato.

Ma, dopo la seconda notte consecutiva dove ho dormito 4 ore, l'unica cosa su cui riesco a scrivere è questa canzone: d'altronde, spesso e volentieri, nella mia vita ho scelto l'arrabbiatura piuttosto che lasciarmi andare.

Passerà, e vi ammorberò ancora con la mammitudine.

http://www.youtube.com/watch?v=HrQsGeKN6qk

1 commento:

Widepeak ha detto...

Passerà ragazza. Ma certo è faticosissimo... Dai, ancora poco, e la primavera avanza: forza!!