10.1.10

10.01.10

Quest'anno la neve sù, dove si trova il mio cuore, è caduta (e a quanto pare cade ancora).
Ma quando sono salita era un enorme lastrone di ghiaccio continuo, una neve persistente, dura.

Un lastrone di ghiaccio simile al mio animo congelato di questi mesi e sul quale mi sono schiantata, procurandomi qualche livido e parecchio dolore.
Mi è scivolato addosso il 2009 e il 2010 mi ha portato a spasso sotto braccio senza dirmi il suo nome e senza che io glie lo chiedessi: seduti a guardare il fiume scorrere e l'acqua gelida accarezzare piccole perle ghiacciate addossate ai suoi bordi; il freddo non era reale, non dava l'idea di esserci ma c'era, come del resto i giorni di gennaio corsi veloci fino ad oggi: dieci / uno / dieci.
Ributtata nella realtà di avere anni alle spalle, pelle con qualche ruga in più e capelli colorati per nascondere malamente il bianco che comincia lento ad arrivare. La percezione di non poter restare e di non sapere esattamente dove andare, che il 2010 non è piombato nella mia vita pretendendo, ma solamente e inesorabilmente aspettando.
Aspetto con il mio cappello di lana e il giaccone pesante, con il mio bagaglio di esperienze (pressapoco grande quanto un trolley per il bagaglio a mano dei voli aerei), e il problema è che non so quale è il numero del bus che devo prendere.
Conosco le fermate, o almeno la maggior parte e conosco anche chi salirà a poco a poco, ma non il numero, il percorso, la destinazione esatta.
E faccio fumetto con la bocca, sistemando i guanti di pelle e guardo assente verso l'orizzonte.
Per ora sto in un limbo e so che durerà poco, ma per la prima volta (forse per poco anche questo), non sono in ansia, ma valuto. E speriamo di farlo bene.

2 commenti:

Marinz ha detto...

Buon Anno anche a te!!!!
Ma quanti blog hai????

Un sorriso :)

widepeak ha detto...

hai tracciato un bellissimo disegno nella mia mente. ti auguro di saperti perdere e trovare mille volte ancora!