Ma quando sono salita era un enorme lastrone di ghiaccio continuo, una neve persistente, dura.
Un lastrone di ghiaccio simile al mio animo congelato di questi mesi e sul quale mi sono schiantata, procurandomi qualche livido e parecchio dolore.
Mi è scivolato addosso il 2009 e il 2010 mi ha portato a spasso sotto braccio senza dirmi il suo nome e senza che io glie lo chiedessi: seduti a guardare il fiume scorrere e l'acqua gelida accarezzare piccole perle ghiacciate addossate ai suoi bordi; il freddo non era reale, non dava l'idea di esserci ma c'era, come del resto i giorni di gennaio corsi veloci fino ad oggi: dieci / uno / dieci.
Ributtata nella realtà di avere anni alle spalle, pelle con qualche ruga in più e capelli colorati per nascondere malamente il bianco che comincia lento ad arrivare. La percezione di non poter restare e di non sapere esattamente dove andare, che il 2010 non è piombato nella mia vita pretendendo, ma solamente e inesorabilmente aspettando.
Aspetto con il mio cappello di lana e il giaccone pesante, con il mio bagaglio di esperienze (pressapoco grande quanto un trolley per il bagaglio a mano dei voli aerei), e il problema è che non so quale è il numero del bus che devo prendere.
Conosco le fermate, o almeno la maggior parte e conosco anche chi salirà a poco a poco, ma non il numero, il percorso, la destinazione esatta.
E faccio fumetto con la bocca, sistemando i guanti di pelle e guardo assente verso l'orizzonte.
Per ora sto in un limbo e so che durerà poco, ma per la prima volta (forse per poco anche questo), non sono in ansia, ma valuto. E speriamo di farlo bene.
2 commenti:
Buon Anno anche a te!!!!
Ma quanti blog hai????
Un sorriso :)
hai tracciato un bellissimo disegno nella mia mente. ti auguro di saperti perdere e trovare mille volte ancora!
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