24.5.09

varie di un vario w end

Farewell nelle orecchie.
Questa sera vado di canzoni datate, tra Fossati, Bertoli, Guccini.
E' stato un fine settimana strano, che si sta concludendo con un pò di tristezza e malinconia, come di fatto mi accade ogni volta che finisco un percorso.

Finito il corso, ho pure suonato la chitarra dopo ANNI.
E non ho neppure fatto troppo schifo.

Mi ritrovo a pensare al pezzo di vita che ho vissuto, alle persone che ho incrociato.
Mi viene da chiedere a me stessa, cosa ne penso della vita vissuta, visto che invece mi appare sempre per prima quella che non ho vissuto affatto.

Quando penso alla vita che non ho vissuto, mi sento come un bruco che staziona nel suo bozzolo aspettando un domani imprecisato: di fatto non è proprio così! Non staziono in un angolo aspettando che passi un altro treno, altre occasioni, altra "vita da vivere". E' che ogni volta si finisce per scegliere, e scegliere comporta inevitabilmente di non avere il dono dell'ubiquità e non poter essere ovunque. E quindi, sì, di "non vivere", ma "non vivere" certe cose, per poterne vivere altre.

Sono qui che mi rattristo perchè non sono andata a vedere un matrimonio di una persona che conosco relativamente e che non mi ha invitata, ma in realtà quello che mi manca è la gente che era intorno a tutto questo.

Ma non faccio più parte di quella vita da anni.
E la vita che sto vivendo è altrettanto bella e soddisfacente.
Anzi, pensandoci bene, lo è di più, anche perchè lo è in maniera diversa!

Ma il passato spesso si ricorda solo per le cose belle.
Mi riempio di passato pure con le canzoni!

Ma questa sera, invece di passato, voglio riempirmi di vita, di presente, di tutti i volti che in questi giorni ho vissuto, di tutte le vite che ho incrociato.

Di tutto l'Amore che posso.

3 commenti:

Marinz ha detto...

E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent' anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Una delle più belle canzoni di Francesco...

un sorriso :)

Sara ha detto...

Se ho capito, il passato è lo stesso.
E il matrimonio è quello a cui ero invitata ma non son potuta andare, perchè la vita ti porta in giro e se si accetta di viverla si deve accettare anche di chiudere qualche capitolo, qualche cassetto, qualche valigia e scatolone.

Mi son ritrovata a cantare, giorni fa.
Seduta accanto a due ragazzi con la chitarra.
Senza un canzoniere decente, con solo un libretto zanchettato come quelli che conosciamo benissimo per averli visti troppe volte in oratorio.
Ho cantato di nuovo, per nostalgia, per commozione, perchè nel bene o nel male è parte di me.
Come tutte le vite che ho incrociato, come hai scritto.

Ti ho pensato, un po'.
A te, alla me di quando ti ho incontrato la prima volta, alla gente che c'era, a come stavano le cose, e non ci sono più le mezze stagioni e mi sento sempre più vecchia a dire: ai miei tempi.

E allora uno si rimette ad ascoltare certe canzoni, a sorridere a metà.
A portarsi un plettro nella tasca dei calzoni, perchè non si sa mai.

Tu sei sposata ed io sono scappata dalla Brianza, la vita va avanti.
Ma certi giorni ho un poco di nostalgia di quando ero una ragazzina cretina e ti chiamavo Biankastrega.

Un abbraccio.

OrsaLè ha detto...

@ Marinz: un sorriso anche a te!

@ Sara: si, il passato è più o meno lo stesso, e forse gli anni che ho conosciuto te sono stati gli ultimi di quel passato cominciato nel '95. Tremendamente a volte i bilanci non seguono l'andamento annuale di quelli delle aziende, ma ti vengono presentati quando meno te lo aspetti. Ma infondo va bene così, specie se si è contenti di dove si è. Specie se si è contenti di quello che si è. E il bilancio diventa positivo per forza. :)