Ieri sera a letto, nel silenzio della stanza, non riuscivo a prendere sonno. Guardavo la luce del lampione filtrare attraverso la persiana e seguivo con gli occhi il profilo irregolare del soffitto.
“Una volta vedevo le stelle” ho pensato.
“Mi sdraiavo e sotto le coperte potevo addormentarmi contando tutte quelle lucine”.
Da qui sono partiti ricordi e lacrime, perché non mi ricordo più il sapore che ha l’alzarsi dal letto della mia infanzia, la mattina, non ricordo più quanti passi al buio facevo per raggiungere il letto senza accendere la luce…non ho più memoria del tempo che fino a tre mesi fa era il mio tempo.
E ho pianto.
Perché mi sono accorta di aver lasciato scivolare queste cose senza assaporarle davvero.
Sia chiaro, non le rimpiango, sto bene dove sono.
Ma averne persa memoria così in fretta mi ha lasciato uno sgradevole senso di squilibrio.
Come se salendo le scale, mi fossi voltata e avessi scoperto che pochi gradini dietro di me in realtà c’era il nulla.
4 commenti:
Te ne sei ricordata, ne hai scritto.
Non sono perse.
Un sorriso e un abbraccio da un cielo azzurro bolognese.
Sa'
... torno e leggo queste parole struggenti ma allo stesso tempo così vere ... è il gioco della vita che guarda sempre avanti e lascia dietro i ricordi che a volte sembrano sparire in una nebbia fitta ma se guardiamo bene, soprattutto con il cuore, li ritroviamo e ci danno la forza per andare avanti
Se le avevi "quasi" dimenticate vuol dire che stai più che benone dove stai e non hai bisogno di stare a guardarti indietro.
Tu solo 3 mesi, ti assicuro che dopo 8 mesi che dormo in una camera che non è quella della mia infanzia me lo ricordo ancora strabenissimo come si sta nella mia! Forse proprio perchè io non è che ci stia proprio strabenone qui dove sto.
Anonimo tanto si capisce chi sono
Già, si capisce chi sei e mi spiace che tu la viva così...
OrsALè
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