A volte
(come oggi)
mi piacerebbe tantissimo fare l'arredatrice
e non
colei che fa le fondamenta.
Niente perbenismi eh.
Che nessuno di Voi scommetto
ha mai ringraziato di cuore il muratore
della Vostra casa.
30.6.06
26.6.06
regali
Il nostro corpo è uno scrigno
una preziosa cassapanca intarsiata
e visto che posso scegliere
il mio corpo è una cassapanca di legno di ciliegio.
La vera essenza,
il contenuto dello scrigno,
è altro e può andare altrove.
Ciao G. divertiti nel tuo "nuovo" giardino.
una preziosa cassapanca intarsiata
e visto che posso scegliere
il mio corpo è una cassapanca di legno di ciliegio.
La vera essenza,
il contenuto dello scrigno,
è altro e può andare altrove.
Ciao G. divertiti nel tuo "nuovo" giardino.
23.6.06
22.6.06
di amici che se ne vanno di Orsi che restano per sempre
Orsa scrive goffe parole per ricordare a se stessa che i legami veri non sono scalfiti dalla lontananza ne dal tempo. I legami veri vincono le fazioni politche, i credo religiosi, le scelte di vita, le conformazioni fisiche, le scelte passate,le scelte future. I legami veri danno Amoreamoreamoreamore. Ai legami veri si da Amoreamoreamoreamore. Così, senza chiedere e senza a volte capire perchè. I legami veri vincono perfino la Morte. E la vincono perfino quando la si va a cercare.
Orsa scrive goffe parole perchè non ha come ieri sera il petto di Orso su cui piangere qualche lacrima e perchè Orso la cullerebbe e le direbbe le stesse cose. Sicuramente in modo meno goffo e sicuramente confortandola. E allora se le dice da sola quelle che sono certezze e verità.
Anche se fa male salutare.
Anche perchè il saluto sembra un addio. Un addio a un vivo.
Un addio per la mente
Un arrivederci per il cuore.
Ciao Fratellone. Tvb
Orsa scrive goffe parole perchè non ha come ieri sera il petto di Orso su cui piangere qualche lacrima e perchè Orso la cullerebbe e le direbbe le stesse cose. Sicuramente in modo meno goffo e sicuramente confortandola. E allora se le dice da sola quelle che sono certezze e verità.
Anche se fa male salutare.
Anche perchè il saluto sembra un addio. Un addio a un vivo.
Un addio per la mente
Un arrivederci per il cuore.
Ciao Fratellone. Tvb
20.6.06
tre-a-tro
Come è andata?
E' andata meglio di quanto mi aspettassi. E credetemi, è tanto visto da dove eravamo partiti!
Compresa l'alzataccia per le prove del mattino con viso pallido pallido e pancino non in condizioni ottimali.
Compreso il pre recita senza un minimo di paura, seduta in silenzio sul trono a sentire le risate provenire da dietro il sipario, che oramai era stato fatto tutto e io ero lì, con la mia coron-cina piccola piccola e il libro di John e Kathy sulle gambe a estraniarmi dal corpo in cui ero e a volare sopra tutti.
Sopra chi era ancora al trucco, chi si fumava l'ultima paglia (disgraziati, siete proprio dipendenti eh!), sopra chi giocava con la lampada papera e sopra chi veniva a riprendermi e riportarmi a terra. Sopra il mio fratellino alle luci, che cercava di caricarmi di energia positiva, riuscendo invece a farmi quasi addormentare.
Intermezzo di lucidità mentale e malattia allo stesso tempo, che mi ha fatto truccare da componente di una band heavy metal un angioletto biondo, trasformandolo decisamente in un demonio assassino....
Seconda parte e finale. Ci bruciamo sempre il finale. Ma abbiamo ricevuto 4 richieste di replica. Nonostante tutto. Quindi tirando la somma direi che il bilancio è stato positivo.
Poi doccia tra donne e attesa dell'uscita a cena.
Con nessuno sul palco e nei dintorni. Tutti erano via.
Con le porte aperte e il silenzio di fondo e la luce naturale, quel sole del tramonto che illuminava il palco rendeva il momento unico. E allora il senso di tutto il tempo perso dietro a questa avventura è stato ripagato in quell'istante, in quell'arco di luce che nenache il migliore dei tecnici luci saprebbe riprodurre: il senso dell'esistenza dei miei passi su quel palco, calcato da tempo per passione e per gioco. Calcato prima di me da altri, tra cui mia zia a cui avrei voluto chieder emille cose. Io facevo la storia di un piccolo teatro di neanche 300 posti. Io con gli altri.
Siamo entrati di diritto per la sesta volta negli annuari immaginari del mio piccolo borgo di provincia.
A chi c'era: spero di avervi divertiti.
E' andata meglio di quanto mi aspettassi. E credetemi, è tanto visto da dove eravamo partiti!
Compresa l'alzataccia per le prove del mattino con viso pallido pallido e pancino non in condizioni ottimali.
Compreso il pre recita senza un minimo di paura, seduta in silenzio sul trono a sentire le risate provenire da dietro il sipario, che oramai era stato fatto tutto e io ero lì, con la mia coron-cina piccola piccola e il libro di John e Kathy sulle gambe a estraniarmi dal corpo in cui ero e a volare sopra tutti.
Sopra chi era ancora al trucco, chi si fumava l'ultima paglia (disgraziati, siete proprio dipendenti eh!), sopra chi giocava con la lampada papera e sopra chi veniva a riprendermi e riportarmi a terra. Sopra il mio fratellino alle luci, che cercava di caricarmi di energia positiva, riuscendo invece a farmi quasi addormentare.
Intermezzo di lucidità mentale e malattia allo stesso tempo, che mi ha fatto truccare da componente di una band heavy metal un angioletto biondo, trasformandolo decisamente in un demonio assassino....
Seconda parte e finale. Ci bruciamo sempre il finale. Ma abbiamo ricevuto 4 richieste di replica. Nonostante tutto. Quindi tirando la somma direi che il bilancio è stato positivo.
Poi doccia tra donne e attesa dell'uscita a cena.
Con nessuno sul palco e nei dintorni. Tutti erano via.
Con le porte aperte e il silenzio di fondo e la luce naturale, quel sole del tramonto che illuminava il palco rendeva il momento unico. E allora il senso di tutto il tempo perso dietro a questa avventura è stato ripagato in quell'istante, in quell'arco di luce che nenache il migliore dei tecnici luci saprebbe riprodurre: il senso dell'esistenza dei miei passi su quel palco, calcato da tempo per passione e per gioco. Calcato prima di me da altri, tra cui mia zia a cui avrei voluto chieder emille cose. Io facevo la storia di un piccolo teatro di neanche 300 posti. Io con gli altri.
Siamo entrati di diritto per la sesta volta negli annuari immaginari del mio piccolo borgo di provincia.
A chi c'era: spero di avervi divertiti.
16.6.06
di albe e di tramonti
Stamattina ho visto l'alba. Un'alba dorata, che è entrata nella mia finestra e ha bussato sui miei occhi....
mi ha accarezzata
baciata
abbracciata
e risvegliata
come se ci fosse stato Orso a farlo....
E' stata una bellissima sensazione...fuori tutto era oro...un giallino strano da fotografia...ho sorriso e sperato che quella sensazione durasse tutto il giorno e poi mi son riaddormentata...
La giornata non è stata delle migliori... il tempo è scivolato sullo strato d'olio che ricopriva il selciato, cadendo rovinosamente per terra e rompendo tutti i buoni propositi. Ma è quasi sera.
E la sera, ho scoperto, o meglio, ho ricordato, che andrò in vacanza e vedrò quei luoghi che ho amato prima di conoscere in un libro a me molto caro... Assaporerò quei profumi, quelle carezze del vento, che solo H. sapeva descrivere...
Lo sento.
Sarà un'estate fantastica.
mi ha accarezzata
baciata
abbracciata
e risvegliata
come se ci fosse stato Orso a farlo....
E' stata una bellissima sensazione...fuori tutto era oro...un giallino strano da fotografia...ho sorriso e sperato che quella sensazione durasse tutto il giorno e poi mi son riaddormentata...
La giornata non è stata delle migliori... il tempo è scivolato sullo strato d'olio che ricopriva il selciato, cadendo rovinosamente per terra e rompendo tutti i buoni propositi. Ma è quasi sera.
E la sera, ho scoperto, o meglio, ho ricordato, che andrò in vacanza e vedrò quei luoghi che ho amato prima di conoscere in un libro a me molto caro... Assaporerò quei profumi, quelle carezze del vento, che solo H. sapeva descrivere...
Lo sento.
Sarà un'estate fantastica.
14.6.06
Mi trovo a guardarlo con rinnovato Amore - il palco - e mi chiedo con un pò di paura come farò a staccarmici quando non sarò più lì, ma in un'altra città. Mi dico che potrei tornarci comunque e dopotutto spero che "la compagnia da evitare" non si sciolga al primo trasferimento (di 10 km scarsi oserei aggiungere...).
Il sole preannuncia la stagione del sole e io vorrei tanto il mare.
Riuscirò a prenotare??
Il sole preannuncia la stagione del sole e io vorrei tanto il mare.
Riuscirò a prenotare??
9.6.06
sogni 1
Ok, mi girava per la testa da un pò... un pò tanto... volevo lasciarlo da qualche parte che non fosse un cassetto polveroso, e allora l'ho messo qui. Senza pretese.
Eccolo lì il nostro uomo. Avrà quasi 30 anni. I capelli biondo-castani e ricci, si intravedono appena sotto il cappello nero che indossa con un impermeabile. Invece i suoi occhi si vedono eccome, anche se porta gli occhiali: due occhi verde castani pieni dell’interrogativo di sempre, quello che si pongono le persone appena private della memoria: “Ma che ci faccio qui?”.
Ha nella mano una valigia.
Ha appena varcato la soglia d'ingresso di una stanza modestamente arredata, ma solare, quella che chiameresti Casa, se solo ne avessi una tua, ma che chiami Casa comunque, dato che infondo ti fa tornare bambino.
La porta si chiude dietro di lui lasciandogli in bocca l’amaro senso dell’abbandono. Non erano passati che pochi istanti ma tale era la situazione in cui si trovava e tale era la sensazione che provava.
La valigia, solo lei era in grado di dargli quel senso di concretezza e presenza terrena che le cose materiali sanno donarti e proprio consapevole di questo la posò a terra e lentamente alzò le braccia al cielo, sperando di librarsi in volo sopra quel pavimento di legno dal penetrante odore di cera. Non accadde nulla, se non che Lei entrò nella stanza e lo trovò così, immobile, volto come a una preghiera di supplica.
Appoggiò lo straccio e la piccola marmitta di vetro che stava asciugando e gli si avvicinò piano, lui era impietrito e lei si muoveva piano, lui era spaventato e lei rallentava ancora di più, fino a che, occhi negli occhi, passando una mano nei suoi ricci, ebbe il coraggio di dire “sei tornato…” . Lui annuì in silenzio. Lei lo abbracciò con quello slancio vitale che l’ha sempre caratterizzata e lui restituì l’abbraccio prima timidamente e poi con più calore, lasciando cadere la valigia per terra.
Il tonfo lo riportò alla realtà; fu allora che tutto si dissolse e si accorse che stava ad abbracciare l’aria e non il fragile corpo della sua amata… Scomparsa, una seconda volta.
Preso da grande malinconia si accasciò a terra e pianse amaramente e in silenzio, per ore, fino a che il sonno sopraggiunse. E sperò che durasse in eterno.
Solo allora tornò a vivere.
Eccolo lì il nostro uomo. Avrà quasi 30 anni. I capelli biondo-castani e ricci, si intravedono appena sotto il cappello nero che indossa con un impermeabile. Invece i suoi occhi si vedono eccome, anche se porta gli occhiali: due occhi verde castani pieni dell’interrogativo di sempre, quello che si pongono le persone appena private della memoria: “Ma che ci faccio qui?”.
Ha nella mano una valigia.
Ha appena varcato la soglia d'ingresso di una stanza modestamente arredata, ma solare, quella che chiameresti Casa, se solo ne avessi una tua, ma che chiami Casa comunque, dato che infondo ti fa tornare bambino.
La porta si chiude dietro di lui lasciandogli in bocca l’amaro senso dell’abbandono. Non erano passati che pochi istanti ma tale era la situazione in cui si trovava e tale era la sensazione che provava.
La valigia, solo lei era in grado di dargli quel senso di concretezza e presenza terrena che le cose materiali sanno donarti e proprio consapevole di questo la posò a terra e lentamente alzò le braccia al cielo, sperando di librarsi in volo sopra quel pavimento di legno dal penetrante odore di cera. Non accadde nulla, se non che Lei entrò nella stanza e lo trovò così, immobile, volto come a una preghiera di supplica.
Appoggiò lo straccio e la piccola marmitta di vetro che stava asciugando e gli si avvicinò piano, lui era impietrito e lei si muoveva piano, lui era spaventato e lei rallentava ancora di più, fino a che, occhi negli occhi, passando una mano nei suoi ricci, ebbe il coraggio di dire “sei tornato…” . Lui annuì in silenzio. Lei lo abbracciò con quello slancio vitale che l’ha sempre caratterizzata e lui restituì l’abbraccio prima timidamente e poi con più calore, lasciando cadere la valigia per terra.
Il tonfo lo riportò alla realtà; fu allora che tutto si dissolse e si accorse che stava ad abbracciare l’aria e non il fragile corpo della sua amata… Scomparsa, una seconda volta.
Preso da grande malinconia si accasciò a terra e pianse amaramente e in silenzio, per ore, fino a che il sonno sopraggiunse. E sperò che durasse in eterno.
Solo allora tornò a vivere.
7.6.06
6.6.06
caffè
In giorni come questo,
in cui la macchinetta piange
e la gente urla
"il mio regno per una cialda!!"
e l'arrivo del fattorino
è atteso quanto la più lieta delle novelle,
mi sorge il dubbio che
i venditori di caffè
abbiano tra le mani un grosso potere di attrazione di massa....
in cui la macchinetta piange
e la gente urla
"il mio regno per una cialda!!"
e l'arrivo del fattorino
è atteso quanto la più lieta delle novelle,
mi sorge il dubbio che
i venditori di caffè
abbiano tra le mani un grosso potere di attrazione di massa....
1.6.06
Visite
Mi destreggio amabilmente tra i sentimenti, ma la mia forza di volontà è ofuscata dal richiamo del simpatico vaccino decennale. E allora mi costringo ad andare alla ricerca di volti che non vedo da tempo. Andare alla ricerca di volti a cui dire che sì, ieri Orso ha firmato il compromesso e che sono felice, SIAMO felici. Perchè a quei volti, se non lo vado a dire io, forse passerà del tempo prima che qualcuno li avvisi. E mi è venuto da piangere tra un amico che non si sposerà, una ex fanciullina che non crescerà, zii, zie e nonni. Ecco anche un prete che ricordo con affetto. Ho sentito il senso della mancanza e allo stesso tempo l'abbraccio della consolazione. Anche se il primo è più forte del secondo e allora mi sono stretta nel maglione come per abbracciarmi da sola più forte, gli occhi nascosti da occhiali scuri d'ordinanza e le labbra serrate, sottili, che non proferiscon parola.
Il vento e il sole a farmi sentire viva.
Tutto intorno,
silenzio.
Il vento e il sole a farmi sentire viva.
Tutto intorno,
silenzio.
Iscriviti a:
Post (Atom)