5.3.15

Il vento di marzo scombussola animi e cuori: finisce sempre che mi oppongo al suo flusso e invece di farmi attraversare, lo combatto; il risultato è un umore ballerino tendente all'arrabbiato, un sorriso assente, uno sguardo torvo.

Il vento di marzo arriva per alzare la polvere dell'inverno e spazzarla via lontano, per pulire il terreno e fare posto alle cose nuove, alla vita che rinasce.

Il vento di marzo non pensa.
Io sì.

E il risultato è un dolore fisso alla base del cuore, un senso di solitudine, di perdita, di mancanza.
Sono stanca di una situazione che non cambierà e che non posso cambiare e per quanto ami parlare di moto e sport, sono stanca di non poter parlare di libri, di film stupidi, di ricette ed errori in cucina. 

Mi sento come se la bolla in cui lavorativamente ho vissuto in questi mesi, fosse esplosa improvvisamente.
Mi sento come se avessi vissuto a testa bassa per tutto il tempo e ora che alzo la testa, mi accorgo del devasto che ho intorno. 
Di quello che non c'è più e che non tornerà.

Mi sento sola qui.
Mi fa un male tremendo.

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