Ogni tanto mi succede, è fisiologico.
Notti insonni.
Non quelle insonni ma piene di preoccupazioni, pensieri e chissà cos'altro.
No, semplicemente notti in cui il corpo, dopo 3 ore, ti dice che ne ha abbastanza di dormire (salvo poi ritrattare al suono della sveglia).
La prima notte cerco di non cedere, di restare comunque a letto.
Ma se la cosa si ripete nelle notti successive bhe... è inevitabile essere alzati alle 4.00 del mattino con una camomilla per cercare di conciliare il sonno per il poco tempo che resta.
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Ieri è morta una ragazza che conoscevo, più piccola di me di solo 1 anno.
Era alla terza operazione al cervello per tumore.
Il primo pensiero a quando mi hanno dato la notizia è stato "è arrivato, alla fine, il momento". Senza tristezza, pura razionalità.
Poi, mano a mano che passavano le ore, a quella pura e cruda razionalità si è affiancato un dolore. Piccolo, ma pungente e fisso: per la sua vita, per sua madre, per suo padre, per chi le ha voluto bene e le è stato accanto.
Come per Anna, dai tempi della diagnosi definitiva, la strada si sapeva che aveva per meta questo giorno: bisognava solo vedere quanto a lungo si riusciva / poteva / voleva percorrerla.
Eppure, come sempre, l'amaro in bocca resta.
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Che silenzio in questa notte.
Perfino il mio frigorifero non fa "buz-buz" e posso quasi percepire distintamente tutti i battiti del mio cuore.
Ricorda: cerca di vivere sempre, il più possibile, con gioia.
2 commenti:
Orsa cara, ricordiamocelo davvero, sempre.
Ne faro' il mio mantra!
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