12.3.13

Banalità e canzoni

Il mio amore per Cesare Cremonini è conosciuto da alcuni amici, tanto che (riferendomi a lui) lo chiamo solo per nome. In questo periodo sto riascoltando alcune sue vecchie canzoni talmente spesso da finire per impararle a memoria: da alcune resto folgorata, e le ripeto, le interiorizzo, le sento mie.

"Pensa la cosa più semplice, cogli la rosa più fragile e mi avrai"

Sono io! - pensavo - E amavo questi versi ogni volta che li sentivo.
Oggi, in questa Brianza sommersa dalla pioggia, ascoltavo per l'ennesima volta questa canzone.
Mi sono detta: ma io non voglio essere la rosa più fragile, non me lo posso mica permettere! Mi sono guardata nello specchietto retrovisore, dopo aver parcheggiato, e mi son detta "Io voglio essere della Gramigna!!"**

Forse è solo una stupida illuminazione, ma rendersi conto che l'ultima cosa che si desidera è di essere considerati fragili, mi ha fatto pensare che sto crescendo davvero e che la fase "adolescenziale" del bisogno dell'altro per essere sostenuti è finita da un pezzo.




** La Gramigna (Cynodon dactylon (L.) Pers., 1805) è la pianta infestante più conosciuta al mondo. È della famiglia delle graminacee, molto competitiva, presenta un esteso apparato radicale, che può arrivare a 2 metri di profondità. Viene anche utilizzata in tappeti erbosi con clima caldo, vista la sua elevata resistenza al calpestamento - da wikipedia


8.3.13

ottomarzo

Ieri sera ho riesumato dalla cartella clinica dell'Orsina, le fotografie della sua ecografia morfologica e glie le abbiamo mostrate: "Questo è il tuo piedino", "questa è la tua mano", "questa è la tua colonna vertebrale", "e in questa foto...le tue labbra e il tuo nasino, li vedi?".

L'Orsina rideva, guardava le sue mani, i suoi piedi e si toccava le labbra (identiche alle mie) e il suo nasino a patata.

Poi ci ha indicato altre foto: “eh amore, questo è il cervello, il cuore, i reni…” Ci ha guardati con aria interrogativa ed è tornata alla foto “naso-bocca”. Come darle torto?

L’otto marzo di 5 anni fa, prenotavo le bomboniere per il matrimonio.
L’otto marzo di 2 anni fa, la morfologica mi diceva che avrei avuto un’Orsina.

Oggi è la giornata della donna. Leggo molti che dicono che non si deve “festeggiare” blablabla… Tutto vero. Come purtroppo tristi cronache su omicidi, pestaggi e chi più ne ha più ne metta. Per me però oggi resta un giorno di festa, un giorno in cui riconoscere la femminilità e la sua forza e ricordarla sì, anche con una mimosa.

Festeggerò anche uscendo, ma non oggi, domenica sera. Come da tantissimi anni a questa parte, sempre con le stesse “signore”: perché ci troviamo per ritrovarci, per vedere quanto siamo cresciute, per ridere un po’ dei nostri guai e delle nostre vittorie. Ci troviamo davanti a una pizza o a uno spaghetto allo scoglio per ricordarci che è anche l’unione delle donne che genera una forza ancora più grande.

Poi ci sono quelle che festeggiano andando per spogliarelli & co.

Non credo sia giusto demonizzare l’evento: il fatto è un altro! La libertà di un gruppo di ragazze di andare a vedere uno spogliarello maschile mi pare sia stata raggiunta da parecchio tempo. Allora perché legarlo proprio a questo giorno? Non potrebbero farlo un altro giorno qualsiasi dell’anno? Perché diventa “oggi posso fare quel che voglio, tanto ho la scusa che è la festa della donna”?

Non è un dividere le persone in brave ragazze e cattive ragazze. Questo è un chiedere: ma se vuoi fare la “cattiva ragazza” oggi, perché non puoi farlo anche durante l’anno?


“La libertà non è fare quel che si vuole”
Ohhh che frase ostica, a 18 come a (quasi) 31 anni!