16.11.12

Stanchezza

C’è un po’ di stanchezza nell’aria, dovuta al mese-e-passa di “calvario” per l’Orsina che ogni settimana porta a casa dal nido tanti bei germini nuovi. Germini che poi in un modo o nell’altro attaccano voracemente il suo papà Orso e infine anche me, con la differenza che io non posso prendere niente di niente a causa del simpatico Crohn. Così è una settimana che alterno raffreddore-sinusale-massiccio a tosse-senza-fine e ultimo di un paio di giorni CONGIUNTIVITE. Caspita, capirete la “stanchezza”.


Mi sono trovata a guardarmi allo specchio invecchiata.

E no, non insultatemi, perché comunque i 30 li ho superati e non posso permettermi più di “trascurarmi” per qualche tempo come facevo prima: la pelle del mio viso, una volta così remissiva, ora urla vendetta e si raggrinza come le migliori novantenni a spasso per le vie del corso imponendomi lunghi ed estenuanti trattamenti per riportarla a una normale elasticità e lucentezza. Colore neanche a parlarne: pallida ero, pallida resto di base.

Ho visto per l’ennesima volta cambiare in modo radicale il mio modo di vedere alcune cose, vedi ad esempio il concerto del post precedente: quando ho letto i costi allucinanti del biglietto mi sono detta che, oggi come oggi, non li avrei mai spesi per un concerto. So che potrebbe essere un “regalo” che mi faccio, ma considerato che si va tra i 50 e i 92 euro più la prevendita e che se vai a un concerto così mica puoi essere all’ultimo anello dello stadio, spendendo sì la cifra più bassa, ma non vedendo niente o quasi, ho cominciato a pensare che avrei potuto regalarmi un maglione. O una borsa. O quelle scarpe che mi piacciono tanto. Insomma, tutte cose che poi mi resterebbero per più di una sera e che sarebbero materialmente più utili di un ricordo. (Senza considerare tutto quello che potrei comprare all’Orsina con quei soldi…)

Dove sto andando? Sono piombata in una fredda razionalità che non mi consente più di sognare qualcosa. O forse sarebbe più giusto dire che non mi consento più di sognare una cosa al punto da desiderala così tanto da cercare di averla a tutti i costi. Mi sono autoimposta inconsciamente questo blocco e non so neppure dire il perché. Sognavo una festa di compleanno che non c’è mai stata prima per la salute malconcia, poi perché infondo interessava solo a me. Sognavo un Natale con “tutte le famiglie” della “mia famiglia” (leggi genitori, fratello & suoceri) e trovo tutti i “se” e i “ma” di alcuni invitati che mi fanno quasi desiderare di restare sola con marito e Orsetta e stop. Non mi permetto neanche di sognare qualcosa per il prossimo 5 luglio che segna il 5°anno da orsa-moglie perché ho paura che tanto poi non si possa realizzare.

Ho perso la fiducia nei sogni e non me ne vanto.

Forse è tutta colpa della colon e dei risultati delle biopsie che andrò a ritirare lunedì pomeriggio.

Forse è tutta colpa di un 2012 veramente molto impegnativo che si sta rivelando molto intenso anche sul finale.

Forse è solo l’autunno che avanza e io sono solo un’Orsa.

Un’Orsa grigia e appannata che guarda dalla finestra e resta in silenzio.
Almeno per un po'.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

No, grigia per nulla, un po' stanca, magari, un po' desiderosa di riposo (d'altra parte gli orsi vanno in letargo, nO?) ma grigia proprio per nulla, non mi ispiri punto grigiore (e ti ho anche vista su fb, quindi so di cosa parlo!)

ziacris1 ha detto...

Stanca, lo sei tanto, e questo traspare dalle tue parole..."la rassegnazione è un suicidio quotidiano"