....poi succede che, affranta, capiti su questo post del 30 di agosto....
...Oltre alle coccole, anche questo ha aiutato....
30.8.06
lacerazioni
"E' più logico che lo faccia un altro il lavoro che tu hai fatto fin ora non trovi?"
inghiottire le lacrime e annuire.
E' vero, è più logico.
E' inutile mentire a se stessi.
Ho il cuore e l'animo a pezzi.
Rinunciare a quello che mi gratificava e fortificava perchè è vero che è più logico. E sapevo che prima o poi avrei dovuto farlo.
Anche se avrei preferito poi.
Mi hanno frantumato le ali di cui andavo fiera.
inghiottire le lacrime e annuire.
E' vero, è più logico.
E' inutile mentire a se stessi.
Ho il cuore e l'animo a pezzi.
Rinunciare a quello che mi gratificava e fortificava perchè è vero che è più logico. E sapevo che prima o poi avrei dovuto farlo.
Anche se avrei preferito poi.
Mi hanno frantumato le ali di cui andavo fiera.
29.8.06
discussioni altrui mai avvenute ma immaginate
"posso farti una domanda?"
"certo, dimmi"
"che cosa cerchi in lui?"
"...il sentirmi viva...il sentirmi vera...il sentimento che manca ai miei quadri"
"certo, dimmi"
"che cosa cerchi in lui?"
"...il sentirmi viva...il sentirmi vera...il sentimento che manca ai miei quadri"
estate di mare
E’ stata come la bottiglia di chardoney perennemente presente sul nostro tavolo questa vacanza.
Chiara
come l’alba in spiaggia a sfasciarci le caviglie sulla sabbia
Frizzante
come gli scherzi nell’acqua salata e sotto la doccia
Che si accompagna a tutto
come la capacità di affezionarsi un poco a un simpatico cameriere (che dico, va bene tutto, ma non ci si può scambiare per tedeschi a me e Orso!!)
In una bottiglia elegante
come lo è stata Trieste con lo sfarzo asburgico dei suoi castelli, dei suoi edifici e dei suoi caffè
Ma dal tappo insolito e dal sughero un po’ “casereccio”
come l’antipastoteca di pesce (sempre a Trieste che se volete vi do l’indirizzo, dato che merita)
Ghiacciata
come la crema solare, il dopo-sole e le notizie di politica estera del mese
Ma che per ora della fine (del pasto) tendeva a scaldarsi
come la mia schiena dopo 3 giorni di sole!!
Intrigante
come i suoi sguardi sotto le stelle di ferragosto
Dal dolce ricordo
come Padova sulla via del ritorno
Decisamente troppi ricordi
Prosit! Alla Vostra! Buon quasi settembre…
Chiara
come l’alba in spiaggia a sfasciarci le caviglie sulla sabbia
Frizzante
come gli scherzi nell’acqua salata e sotto la doccia
Che si accompagna a tutto
come la capacità di affezionarsi un poco a un simpatico cameriere (che dico, va bene tutto, ma non ci si può scambiare per tedeschi a me e Orso!!)
In una bottiglia elegante
come lo è stata Trieste con lo sfarzo asburgico dei suoi castelli, dei suoi edifici e dei suoi caffè
Ma dal tappo insolito e dal sughero un po’ “casereccio”
come l’antipastoteca di pesce (sempre a Trieste che se volete vi do l’indirizzo, dato che merita)
Ghiacciata
come la crema solare, il dopo-sole e le notizie di politica estera del mese
Ma che per ora della fine (del pasto) tendeva a scaldarsi
come la mia schiena dopo 3 giorni di sole!!
Intrigante
come i suoi sguardi sotto le stelle di ferragosto
Dal dolce ricordo
come Padova sulla via del ritorno
Decisamente troppi ricordi
Prosit! Alla Vostra! Buon quasi settembre…
28.8.06
4.8.06
VACANZE
Carissimi Amici, conoscenti e gente che passa di qui per caso, La taverna chiude per ferie!!
Ci si risente a fine agosto
(ma chi lo sa, magari riesco a postare qualcosa... dopotutto mica vado in esilio...)
Un bacio a tutti!
OrsaLè
Ci si risente a fine agosto
(ma chi lo sa, magari riesco a postare qualcosa... dopotutto mica vado in esilio...)
Un bacio a tutti!
OrsaLè
2.8.06
i temporali estivi fanno riaffiorare ricordi
La pioggia non mi può bagnare.
Ripenso a queste tue parole dal profumo lontano che ieri mi ritrovavo a ripetere per il fatto stesso che sentivo mie. Non le ripetevo per il ricordo di te: quello è sopraggiunto dopo, per caso, rammentando che era il tuo compleanno e nonostante tutto, ritenevo inutile farti gli auguri, visto il ricordo sbiadito che sei diventato, anche per tua scelta.
Eppure quei versi scritti per caso, e sottolineo non per me, ma per sfogare te stesso, li ho così tanto amati che sono entrati nel mio vissuto. Solo i versi ho amato, solo quelle parole.
La pioggia non mi può bagnare.
E la sensazione che, indaffarata con le buste della spesa, il ripetere come litania questa frase potesse davvero crearmi una sorta di aura protettiva per arrivare indenne alla macchina, o per lo meno non troppo colpita, dato l’improvviso (ma in realtà annunciato) acquazzone, mi rinfrancava, pensando al di là delle righe, verso quali nuvole inveivi mentendo a te stesso che non avrebbero mai bagnato, mai, la tua anima.
Il vento abbattere.
Apro le braccia e mi lascio passare attraverso ogni volta. Come se fossi davvero un fantasma. Ma un fantasma non sono e non lo eri neanche tu, e il vento mi abbraccia e rilascia, consapevole che se vorrebbe potrebbe abbattermi sempre.
Il fulmine distruggere.
Ieri la notte si è illuminata a giorno poco distante da me. Lo sai che avrebbe potuto distruggere se voleva, lasciando polvere e cenere.
Non inzupperanno di menzogne la mia anima, per poi farla annegare.
Non muoveranno le mie convinzioni come se fossero un fuscello, perché sono quercia
Non distruggeranno la mia memoria e neanche la memoria di me.
“La pioggia non mi può bagnare,
il vento abbattere,
il fulmine distruggere.
Solo i geni e i pazzi lo sanno.
Bhe, sei la prima a cui lo dico:
sono pazzo.”
Ripenso a queste tue parole dal profumo lontano che ieri mi ritrovavo a ripetere per il fatto stesso che sentivo mie. Non le ripetevo per il ricordo di te: quello è sopraggiunto dopo, per caso, rammentando che era il tuo compleanno e nonostante tutto, ritenevo inutile farti gli auguri, visto il ricordo sbiadito che sei diventato, anche per tua scelta.
Eppure quei versi scritti per caso, e sottolineo non per me, ma per sfogare te stesso, li ho così tanto amati che sono entrati nel mio vissuto. Solo i versi ho amato, solo quelle parole.
La pioggia non mi può bagnare.
E la sensazione che, indaffarata con le buste della spesa, il ripetere come litania questa frase potesse davvero crearmi una sorta di aura protettiva per arrivare indenne alla macchina, o per lo meno non troppo colpita, dato l’improvviso (ma in realtà annunciato) acquazzone, mi rinfrancava, pensando al di là delle righe, verso quali nuvole inveivi mentendo a te stesso che non avrebbero mai bagnato, mai, la tua anima.
Il vento abbattere.
Apro le braccia e mi lascio passare attraverso ogni volta. Come se fossi davvero un fantasma. Ma un fantasma non sono e non lo eri neanche tu, e il vento mi abbraccia e rilascia, consapevole che se vorrebbe potrebbe abbattermi sempre.
Il fulmine distruggere.
Ieri la notte si è illuminata a giorno poco distante da me. Lo sai che avrebbe potuto distruggere se voleva, lasciando polvere e cenere.
Non inzupperanno di menzogne la mia anima, per poi farla annegare.
Non muoveranno le mie convinzioni come se fossero un fuscello, perché sono quercia
Non distruggeranno la mia memoria e neanche la memoria di me.
“La pioggia non mi può bagnare,
il vento abbattere,
il fulmine distruggere.
Solo i geni e i pazzi lo sanno.
Bhe, sei la prima a cui lo dico:
sono pazzo.”
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