29.4.16

Sono due giorni che ti penso, Anna.
Mi sarebbe bastato dirti: "Anna, quattro." E tu avresti capito.
E non mi avresti detto
"ma tu perché pensi a questi anniversari?"
"la vita va avanti, perché pensi a queste cose?"
"ancoooooooraaaa??!"

No.

Mi viene in mente tutto quello che non mi avresti detto, ma faccio fatica a pensare a quali sarebbero state le tue parole.

Tolgo frasi appese alla bacheca, che non rappresentano più il mio "adesso"; faccio spazio vuoto a frasi che verranno.

Tu resti,
gioiello prezioso della mia vita.

Mi manchi.

26.4.16

La scorsa settimana ho aggiunto all'elenco dei malanni una brutta congiuntivite.
Ma brutta brutta.
Ma brutta, tipo che non ci vedevo più da un occhio e questo perché mi è partita anche una infiammazione ai canali sinusali e la febbre alta.

Cinque giorni d'inferno, poi in miglioramento.

Nel wend, marito, mi ha caricata in auto e m'ha portato a rigenerarmi in uno dei miei posti del cuore: dalla cognata ad Assisi.

Non sottovalutate il potere rigenerante dell'Umbria,
il beneficio di quella medicina forte e potente che si chiama Sagrantino.
Non sottovalutate il garrito delle rondini che al tramonto volano sul Subasio e la vista di quegli ulivi tanto cari.

E' stato un rinascere, ancora una volta.
Una piccola gemma che spunta, una fogliolina nuova che nasce.

E si riparte

18.4.16

Ultimamente le parole sono come un gatto arruffato che non vuole uscire dalla sua tana se non per brevi frasi scritte su un morbido taccuino nero che ho in borsa.

Oggi è il giorno del compleanno di O.
Ho visto una sua foto pubblicata e mi è venuto da piangere, perché non me lo ricordavo più quanto era bella quando stava bene. Quanto era elegante e con i capelli sempre in ordine.

Fuori piove, c'è il temporale.
Dentro uguale.

La luce è surreale, se solo ci vedessi meglio, se solo non avessi la febbre, sarebbe da alzarsi e fare una foto a questo stendino, alle piastrelle troppo colorate, ai fiori del giardino.

Invece vegeto. E scrivo come d'Annunzio, senza guardare. Rileggerò poi.

Cerco musiche per accompagnare i miei pensieri e non ne trovo, oggi.

Ho bisogno di Sentire i colori di un arcobaleno che mi dipinga il viso e i capelli  e scenda a riempirmi il ventre di Gioia.

Ho bisogno di una Musica che mi faccia vibrare le corde dell'anima, di mani attente che mi suonino come un violoncello (mi sono sempre immaginata di essere un violoncello, come strumento musicale).

Ho bisogno di ritmo.

Per cominciare, dopo più di un anno, ho ricominciato a portare l'orologio. Non per essere schiava del tempo che corre, ma per sentire il suo confortante battito regolare e il suo peso sul polso, che non è più un giogo, ma un abbraccio.

Le nuvole corrono, i cambiamenti si susseguono così velocemente!

Ho bisogno di un mio ritmo,
di una mia musica,
di un mio arcobaleno.

E magari ci metterò anche qualche bolla di sapone