30.5.12

in viaggio

Cammino, cammino.
Mi sforzo di camminare ogni giorno, anche se non mi va.
Stringo i denti, non guardo la strada alle spalle.

Cammino, cammino, cammino.

Poi succedono dei giorni che mi fermo.
I piedi non vanno, le gambe cedono, le spalle sono stanche.

E sono vuota.

Mi fermo, mi sdraio sul sentiero polveroso e di sassi
e non guardo neppure il paesaggio, sono ad occhi chiusi.
E la fronte mi gronda di sudore, il respiro è affannoso.

Fatica.

Oggi sono davvero stanca.

Passerà.

29.5.12

Terremoto

h 9.00
no, cioè, adesso anche basta eh...

Epicentro a Modena se ho capito giusto.
Ecco, ho amici a Trieste, a Brescia, a Canelli e io sono in Brianza e s'è sentito fin troppo bene!
Un'esplosione a raggiera.

Zia Cris, ti penso tanto...

28.5.12

Stanno succedendo così tante cose in questi giorni.
Si sta ribaltanto tutto il mio mondo, le mie amicizie, i miei punti fissi.

La terra trema e fa vibrare tutto il  mio vissuto.

Io mi lamento, sono un'Orsa. Ho un cammino lungo da fare, ma ho un cammino.
Mi lamento e sono stressante, pedante, altro che 30, sembra che di anni ne ho 96.

Cambierò anche questo.

Ma a chi Amo,
resto attaccata come una cozza allo scoglio.
Capito tutti voi che vi sentite chiamati in causa?
Non vi mollo.
Per niente al mondo.

18.5.12

20 giorni di degenza

L'ambiente ospedaliero è un gran casino.
Il reparto di medicina, pure.
Non ho neppure lontanamente abbassato l'età media del reparto.

Il senso di impotenza verso qualsiasi cosa ti accada  quando sei allettato e l'unica cosa che riesci a fare è alzarti per andare in bagno è inspiegabile: galleggi nell'aria, le ore scorrono come minuti, le notti sono infinite e sotto gli occhi ti scorrono vite, persone, malattie, parole, tentativi di diagnosi.

Ho donato e ricevuto in dono il cuore in questi 20 giorni talmente tante volte che non so davvero spiegare: una donazione reciproca, senza chiedere niente in cambio, fatta perchè la partecipazione comune al male, al dolore, o rende più uniti o ti chiude a riccio. E io avevo bisogno di vita, di aria, di parole al di fuori degli orari di visita e con forza ho parlato, scherzato, aiutato.

Ho vissuto 2 lente e infinite agonie.
Ho avuto la fortuna di non assistere alla fine di esse.

Sì, fortuna, non mi vergogno di dirlo. Anche se con la Morte ci dovrò fare i conti prima o poi. Anche se l'ho sentita sedersi ai piedi del mio letto mentre ero rannicchiata sotto le coperte a piangere spaventata e l'unica consolazione è stata quella di immaginarmela come la bella signora Chiara Falce che dipinge Eriadan . Perchè alla fine non c'è religione che tenga e te lo chiedi tutto il perchè debba esserci tutto questo dolore e ti urli dentro, alla fine, dov'è quella sottile linea che separa l'accanimento terapeutico dalla terapia.

E il "Ballo in Fa diesis minore" di Branduardi, per giorni, è stato colonna sonora nella mia mente.

Ho avuto paura di non uscire di lì.
Perchè con la febbre a 40 che non scende dopo che sei già sotto 2 antibiotici e tachipirina e chili di ghiaccio, ti fa venire anche quelle paure lì.

Poi.
Dopo il valico e la durezza d'animo,
il resto.

L'accudire le vecchine della nuova stanza.
Il capire e poter chiaramente dire chi lavora e chi no.
In non capire gli sprechi, il non capire le cose che non si possono ricevere, il non capire questa gestione puramente aziendale - della sanità.
E poi studenti, studenti, studenti: Os, Infermieri, Dottori. Credetemi, alla fine non ho capito esattamente su tutto il reparto quanti fossero davvero di ruolo.
A parte i dottori, ovvio: tanta amorevole dolcezza e timidezza ci mettono in tiocinio a provarti la pressione, tanta più altezzosità avranno una volta assicurato il posto e una laurea in tasca.

E poi la festa della mamma.
In ospedale.
Senza l'Orsetta.
...che mi ha mandato un grande cuore con le sue zampine pucciate nella vernice...

Adesso mi chiedo come ho fatto a non cedere di vederla, per 20 giorni.

Insomma, alla fine cos'ho?
Diciamo morbo di Chron.
Diciamo che non c'è ancora certezza piena e stiamo aspettando altri esiti.
Diciamo comunque che ho una m.i.c.i. e che prenderò pastiglie a vita.

Diciamo che esiste di peggio.

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Diciamo questa cosa anche: grazie.

Perchè senza genitori e suoceri, non so come avremmo fatto io, marito e Orsetta.
Perchè senza marito, io sarei sprofondata nella palude della mia angoscia serale.
Perchè senza la Wide, io non lo so dove avrei urlato (e di questo non ti ringrazierò mai abbastanza).
Perchè senza Sara, Elena, Luca che mi cercavano tutti i giorni e altri pochi amici che mi cercavano con costanza, non mi sarebbero passate più le giornate.
Perchè senza il ricordo costante e costantemente ricordato di amici preti e suore sarei ancora arrabbiata e senza serenità.

E ora pronti, partenza, via!

17.5.12

Tornata.
Ohssenehodicosedadire...

Datemi un pò di tempo.

E comunque, 51,3 kg.
12,7 kg in 3 mesi.
Paura.