31.1.14

E', credo, dalla prima lezione del corso di pasticceria che "scherzo" (ma mica poi tanto), sul fatto che fare davvero pasticceria è un'arte Zen. Ma più le lezioni proseguono e più provo a toccare con mano le ricette e i tempi, più mi accorgo che non è una banalità. Così ieri sera, all'ennesima stoccata tirata a J. quando ci intimava di girare lentamente la glassa, pena antiestetiche bollicine d'aria sul prodotto finito ("Niente da fare, arte Zen anche qui" gli ho detto), lui ha parato il colpo e affondato con un "sì è Zen. Dopotutto è un'intera e intensa scelta di vita".

Colpita e affondata.

Perché che ci fosse un filo rosso che unisse il mio percorso di Taiji a quello di questo corso di pasticceria, proprio, non lo credevo possibile.

Ho addosso un grande senso di disagio per come sto conducendo la mia vita in questi giorni e queste parole hanno colpito nel segno.

Mi aggrappo a questa frase, trovata tempo fa sulla rete, non ricordo neanche dove:

"PEACE.
It does not mean to be in a place where there is no noise, trouble or hard work. It means to be in the midst of those things and still be calm in your heart"                      - unknown - 

(Pace. Non significa essere in un luogo dove non c'è rumore, problemi o duro lavoro. Significa essere nel mezzo di quelle cose e continuare ad essere sereno nel tuo cuore.    - anonimo - )

24.1.14

Caro pasticcere
che stai tenendo il corso serale al quale partecipo: grazie.
Parlo per me, perché non so gli altri come la pensano a riguardo: grazie davvero.
Tra una ricetta, un suggerimento, una esecuzione pratica, tu non hai idea di cosa mi stai regalando: felicità, azzeramento delle tensioni, nuova energia. Non ci credi? Ieri sera sono arrivata al corso con una contrattura muscolare a livello della scapola che durava dalla mattina e sono tornata a casa che la contrattura era quasi completamente scomparsa perché i miei muscoli erano rilassatissimi.

So di essere sempre un'entusiasta (tu non lo sai, non mi "conosci" nemmeno), era così in qualche maniera anche per il corso di taiji, e questo perché ho scelto di lasciarmi plasmare dalle cose che vivo davvero e cerco di assorbire e amalgamare il tutto nel miglior modo possibile.

Ieri, complici tutti, si è creato un clima in cui rideva il mio cuore.
E quando a ridere è il mio cuore, so di sbocciare come un mandorlo a primavera e mi sento bellissima, anche con il capello a carciofo. E oltre a "sentirmi" bellissima, lo divento davvero.

Mi fai sorridere, te l'ho detto, perché le chiami "Brioches" con il più milanese degli accenti "per integrarmi" hai detto, e ti si sono velati gli occhi, come tutte le volte che accenni alla fatica che hai fatto a inserirti qui. E mi sorge il sospetto che infondo, inserito, tu non ti senta effettivamente ancora.

Siamo gente fredda, è inutile negarlo. E abbiamo il cuore duro, come la nostra terra gelata su cui si spaccano le zolle, in inverno.
Ma se tu continuerai ad aver pazienza, ad evolvere (hai scoperto i cannoncini venendo in Italia, sai quante cose ci sono ancora??), ad essere pulito e netto nei rapporti come mi pare tu riesca ad essere, tra un inverno e l'altro sarai riuscito a piantare un seme nel cuore di questi Brianzoli. E quando non ti accorgerai, quando non lo starai più aspettando, quando avrai smesso di crederci, spunterà una pianta bellissima. Ne spunterà forse 1 su 100, ma su quei cuori che germoglieranno alla primavera, avrai la certezza di poter sempre contare.

Ancora due lezioni: cercherò di fare tesoro di tutto.