6.3.15

Stupore

E' stata una settimana lunga e brevissima allo stesso tempo.
Una settimana lavorativamente intensa, densa e a tratti allucinante.
Una settimana di sconvolgimenti dettati dal vento forte e dalla luna piena che ha fatto da calamita a tutti i neripensieri, tirandoli fuori in una volta sola, come un ciclone.

E poi oggi, a tavola, per l'ennesima volta a pranzo per lavoro,
con un vino meraviglioso,
con un ritardo nel servizio di 1 ora,
si è partiti con mille discorsi densi e importanti
discorsi corposi, opinioni cristalline, parole profumate di vita vissuta
e l'Orsa si è sentita bene.

Ma bene bene e "grande", nel senso di "adulta".
Una sensazione strana, specialmente dopo il mare in tempesta di ieri.

Mi sono ubriacata di vita e serotonina.
E, che dire.

UAU.

Così, giusto per continuare la sequenza positiva...
....Qualcuno ha del Sagrantino e dei sigarilli alla Vaniglia?


5.3.15

Il vento di marzo scombussola animi e cuori: finisce sempre che mi oppongo al suo flusso e invece di farmi attraversare, lo combatto; il risultato è un umore ballerino tendente all'arrabbiato, un sorriso assente, uno sguardo torvo.

Il vento di marzo arriva per alzare la polvere dell'inverno e spazzarla via lontano, per pulire il terreno e fare posto alle cose nuove, alla vita che rinasce.

Il vento di marzo non pensa.
Io sì.

E il risultato è un dolore fisso alla base del cuore, un senso di solitudine, di perdita, di mancanza.
Sono stanca di una situazione che non cambierà e che non posso cambiare e per quanto ami parlare di moto e sport, sono stanca di non poter parlare di libri, di film stupidi, di ricette ed errori in cucina. 

Mi sento come se la bolla in cui lavorativamente ho vissuto in questi mesi, fosse esplosa improvvisamente.
Mi sento come se avessi vissuto a testa bassa per tutto il tempo e ora che alzo la testa, mi accorgo del devasto che ho intorno. 
Di quello che non c'è più e che non tornerà.

Mi sento sola qui.
Mi fa un male tremendo.