23.2.15

Stagioni

Con questa luce del tramonto,
gialla, carica d'oro,
con questa luce
tutto
ma proprio tutto
è possibile.


17.2.15

Cosa

Cosa ho imparato da te?
Cosa mi  hai lasciato?

Ho una valigia piena di nozioni e di modi di fare.
Ho uno scaffale con le tue ricette e le tue risate.

Ho labbra che sanno fare silenzio, quando necessario.
Oh!! Quanto è stato difficile impararlo!!
"Tacere Tacere Tacere.
E il momento del riscatto arriverà!"
Quanto dannatamente avevi ragione...

Ogni volta che lascio carte in giro per l'ufficio, alla sera, sento la tua voce che mi ammonisce "non sei abbastanza ordinata!" e a costo di fare tardi, torno indietro a mettere a posto, che "del doman non v'è certezza" e tu più di ogni altro l'hai ben dimostrato.

Mi hai lasciato ricordi felici.
Tanti ricordi felici.
Tante piccole sciocchezze, che quando le penso fanno ridere me e quelli a cui le racconto
e lasciano in bocca un dolce sapore di ricordo
e non quello amaro dell'abbandono.

Ci sei e ci sarai sempre.
E forse, quel senso di vuoto che sentivo oggi,  quella voragine stretta e sottile, non era davvero vuoto, ma la tua presenza che mi si è piantata nel cuore, e ha messo radici nel fondo più profondo, insieme agli affetti che ho già perso, insieme ad altre memorie leggere.

Lacio Drom


13.2.15

Dolori

Il dolore,
quello forte, quello travolgente,
me lo sono sempre immaginata come una bestia incatenata che urla.
Urla, urla fortissimo e ti fa salire l'ansia, ti fa accelerare i battiti e il respiro e l'ultima cosa che si ha voglia di fare è quella di andare incontro a questo dolore, vederlo in faccia, scontrarcisi per uscirne vincitori o vinti ma almeno uscirne.

Solo oggi mi sono accorta,
nel silenzio della stanza, mentre facevo entrare la luce di questo giorno grigio dalle tapparelle, mentre il battito aumentava e il respiro si faceva affannoso di paura, mentre lui urlava,
solo oggi mi sono accorta
che questo dolore, quello che provo ora e da qualche tempo
è solo un piccolo bimbo in fasce che piange e urla e si contorce perché non è in grado di badare a se stesso;
solo oggi mi sono accorta
che le urla che tanto mi spaventavano erano solo amplificate dal  mio torace che faceva cassa di risonanza.

Solo oggi mi sono accorta
che questo dolore ha solo bisogno di essere preso per mano per essere quietato
e per la prima volta in vita mia,
questo dolore
mi ha fatto tenerezza.

12.2.15

Sogni

Ti ho sognata questa notte.
Come è già successo, in questi mesi.
Ma questa notte è stato diverso, perché ti ho sognata ammalata.
Ti ho "vista" nel sogno come ti hanno descritta ieri, come non so se ti vedrò mai, ma è stato un attimo: poi sei tornata tu, con le unghie perfette, laccate di rosso, i capelli lunghi raccolti e il trucco; ma restavi comunque a letto e comunque non parlavi.

Ti ho preso la mano
e ho notato ancora quanto fossero sottili le tue dita e quanto fosse stretta la tua fede.
Ti ho preso la mano
e ti ho ringraziata.
Per tutto quello che mi hai insegnato, per tutto il bene che hai voluto a me e all'Orsetta, ti ho detto quanto mi mancavi e quanto avrei voluto che fossi con me e tu sorridevi e respiravi piano.

E poi guardavo a terra
e quando alzavo lo sguardo non eri più in un letto, ma in una bara
e intorno tutto era pianto
e mi guardavo le mani
ed ero io, ora, ad avere lo smalto rosso.

Mi sono svegliata senza respiro e con la paura di accendere il cellulare
e poi ho scoperto che invece, hai avuto una buona nottata.

Chissà se sono venuta nei tuoi sogni.
Io ci credo ancora, che sia possibile.